Il female gaze secondo Sofia Coppola I codici estetici di una regista divenuta icona

Quando basta intravedere il fotogramma di un film per capire quale regista ne sia il fautore, vuol dire che il regista in questione è stato in grado di creare qualcosa di significativo, nuovo e personale, un mondo a sé in cui i dettagli e le trame variano da pellicola a pellicola pur restando magicamente riconoscibili. Sofia Coppola con il suo “female gaze” - come lo ha definito lei stessa - indugia su piramidi di macarons dai toni pastello, file di scarpe di raso, un paesaggio di trucchi e profumi che in The Bling Ring prende una piega perversa e racconta le adolescenti come nessun’altro. «Era una specie di cruccio - ha dichiarato - i film per adolescenti non rispettavano il pubblico, la loro qualità era pessima. E per fare gli adolescenti sceglievano sempre i trentenni.» Per celebrare il compleanno di uno dei punto di riferimento più eclettici del cinema contemporaneo e in attesa dell'uscita del suo nuovo biopic su Priscilla Presley, ripercorriamo tre film che quanto ad estetica e costumi hanno fatto da scuola alle generazioni di registi a venire. 

Il giardino delle vergini suicide (1999)

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Agli Academy Awards del 2007, i costumi di Milena Canonero per Marie Antoinette hanno vinto l'Oscar, perchè, sebbene gli non fossero storicamente fedeli al guardaroba della regina consorte di Luigi XVI, la grandiosità e il lusso assoluto che emanavano era un ritratto rappresentativo di Versailles e della monarchia francese al termine della sua storia. Canonero e 6 assistenti hanno creato gli abiti, i cappelli, i vestiti e i costumi di scena, sono stati impiegati anche dieci noleggiatori e l'unità guardaroba aveva diversi autisti per il trasporto, mentre il reparto guardaroba lavorava su turni di 24 ore per tenere il passo con le richieste della produzione. Le scarpe venivano fornite da Manolo Blahnik e Pompei, centinaia di parrucche e acconciature sono state realizzate da Rocchetti & Rocchetti e i gioielli non erano da meno, con la casa francese Fred Leighton che ha fornito in esclusiva quasi 4 milioni di dollari di gemme. Secondo il London Times Magazine, all'inizio della pre-produzione Sofia Coppola ha consegnato a Milena Canonero una scatola di pastelli: «Mi ha detto: questi sono i colori che amo, così li ho usati come tavolozza - ha dichiarato la costumista - Ho semplificato il look molto pesante del XVIII secolo. Volevo che fosse credibile ma più stilizzato». Ancora oggi, a più di 15 anni dalla sua uscita nelle sale, il film si conferma un ritratto intimo delle tragiche vicende della Regina, riempiendo le bacheche pinterest con un film che incarna perfettamente il peso della moda nel decretare la riuscita dell'immaginario eterno di un film.