
Come è andato lo special talk con Giulia Stabile e Luigi D’Elia da AW LAB Milano Una conversazione solare e spontanea sulla moda, la nuova Nike V2K e l’universo della ballerina e dello stylist
Venerdì 9 febbraio, lo store di AW LAB Milano in via Torino ha ospitato uno special Talk organizzato da nss G-Club con due protagonisti d’eccezione: Giulia Stabile e Luigi D’Elia. Davanti al pubblico, che comprendeva la fedelissima community di Giulia, la ballerina, vincitrice dell’edizione 2020 di Amici di Maria De Filippi, ed il suo stylist, hanno dato il via ad una conversazione fresca e spontanea, aprendosi sulla propria vita personale, sul percorso che li ha portati ad essere qui oggi e a collaborare insieme. Come è iniziata la loro avventura insieme? Grazie a Rosalía. Giulia e Luigi si sono conosciuti ad un concerto della cantante, che è anche un’icona di riferimento per i look pensati dallo stylist per la ballerina.
La community di Giulia ha seguito attentamente la loro icona che, con la solarità e l’energia che la caratterizza, ha raccontato come vive il rapporto tra la sua professione di ballerina e la moda, ma anche i commenti sul suo look che riceve da parte dei suoi fan. Ha svelato che si sente più "femminile" quando balla coi tacchi, con un fit più attillato e indossa un body e delle calze. Ha parlato di come i suoi fan spesso esprimano un’opinione sui suoi outfit e che, usa le fan page che raccolgono i suoi look "per rivedere e trovare idee". Quando c’è qualche commento negativo, ha imparato a lasciarselo scivolare addosso, senza "farsi paranoie". Nel corso dell’intervista, la ballerina ha poi regalato al pubblico un piccolo momento privato: in casa c’era sempre musica e la mamma la addormentava cullandola e facendole sentire le canzoni. Da qui è forse nata la passione che l’ha portata alla danza. Ha spiegato che ha iniziato a ballare a 3 anni e mezzo e non si è più fermata quando ha capito che quella sarebbe stata la sua professione. Un consiglio alla sua community (e non solo)? "Non arrendersi, non porsi mai obiettivi troppo semplici, perché avere obiettivi lontani e difficili da raggiungere alimenta quella fame" ed è "molto più bello il viaggio della destinazione effettiva".