
Come le mèches Anni 90 sono diventate simbolo di trasgressione femminile Uno statement beauty condiviso da streghe, alt girl e donne forti, indipendenti
Narcissa Malfoy, Rogue di X Men, la Sposa di Frankenstein e Dua Lipa. Sono donne diverse, alcune di fantasia, altre del mondo reale, che hanno in comune carisma, fascino e un dettaglio beauty che comunica glamour, pericolo e devianza: una schiaritura di alcune ciocche rispetto al resto della chioma, quasi sempre ai lati del viso, ma non sempre. Qualcuno le chiama chunky highlights o face framing, altri, soprattutto quando la parte più chiara si trova in diversi punti dei capelli, skunk hair, ma le meches anni ’90 sono tutte varianti della striscia di Mallen. È da qui che traggono origine. Naturale o tinta ad arte, si tratta di una ciocca di capelli tradizionalmente, ma non sempre, bianchi, che si colloca all'attaccatura dei capelli e può estendersi fino a una singola striscia, una frangia o in un look metà e metà alla Cruella de Vil. Molto più di un trend che ritorna ciclicamente, è un potente simbolo di sfida e trasgressione usato dalle donne (e non solo) come gesto di ribellione contro la disuguaglianza sociale e di genere. Come lo è diventato?
Le origini del termine "striscia di Mallen"
Il termine, che deriva originariamente dal latino "malignus", cioè maligno, è in circolazione soltanto dagli anni '70. A coniarlo per la prima volta è stata la scrittrice Catherine Cookson nella sua The Mallen trilogy, una serie di libri che le vite di una famiglia maledetta, nella quale ogni membro è accumunato da un destino infausto e da una ciocca di capelli di colore bianco come tratto ereditario. Come scrive la Cookson, "si diceva che chi era portatore di questa caratteristica raramente raggiungeva la vecchiaia e che da un Mallen non usciva mai nulla di buono".
Tratto naturale o segno malefico?
In una piccola percentuale di persone, la ciocca di capelli di colore bianco si manifesta naturalmente e può essere una caratteristica genetica che non va non confusa con l'ingrigimento dei capelli tipico dell’avanzare dell’età. Si chiama poliosi e si verifica quando compare una ciocca di capelli grigi o bianchi mentre gli altri capelli mantengono il loro colore naturale. Questo incanutimento localizzato dei capelli può verificarsi alla nascita o più tardi ed estendersi anche a capelli, sopracciglia e ciglia. La causa? Basse quantità di melanina e melanociti nel follicolo pilifero. In alcuni e più rari casi può essere un sintomo di disturbi congeniti più gravi, come il piebaldismo o la sindrome di Waardenburg. Per secoli chi manifesta questa caratteristica estetica è stato discriminato, persino perseguitato, o si è sentito in difetto. Negli ultimi anni, però, grazie alle meches apprezzate da alt e it girl che hanno reso i ciuffi depigmentati o di un colore diverso dal resto della chioma trendy, le cose stanno cambiando.
Femminismo, alt girl e trend contemporaneo
Dai cattivi medievali alla cultura pop fino alla contemporaneità il passo e breve. Il fenomeno della striscia Mallen si è diffuso per la prima volta negli anni '50 come parte della cultura rockabilly, in un periodo nel quale i kit per lo sbiancamento venivano venduti nelle farmacie locali e gli articoli "Come fare" pubblicati sulle riviste femminili catapultarono i ciuffi di colore diverso nel mainstream, probabilmente come un modo apparentemente frivolo e superficiale di opporsi alla vita domestica e alla conformità di genere. Col tempo è diventato un veicolo per reclamare l’identità personale e opporsi a "tutto ciò che lo sguardo etero cerca di omologare e rendere asettico". Così che sia una strega dai ciuffi bianchi, una pop star con le meches come Geri Halliwell negli anni ’90 e Billie Eilish o una E-Girl di internet, sfoggiare la Mallen Streak (nella versione colorata) abbracciare una bellezza alternativa, amare e mettere in mostra anche il lato più oscuro della propria personalità e ribellarsi agli stereotipi.