Street-art e graffiti in passerella L'incontro tra moda e street art da Vivienne Westwood e Keith Haring negli anni '80 ad oggi

Arte e moda se la intendono ormai da un po’, basti pensare agli abiti Yves Saint Laurent della collezione Mondrian, le collezioni di Elsa Schiaparelli in collaborazione con Salvador Dalì o le più recenti tra Alexander McQueen e Damien Hirst. Ma non sono le passerelle l’elemento in comune di questi due mondi, bensì la strada.

La strada è dove nascono le tendenze, prima dell’avvento di internet e del bombardamento di immagini a cui siamo soggetti ogni giorno, erano i cool hunter ad andare in giro per il mondo a captare cosa sarebbe andato di moda. Ed è fuori dai musei, al di fuori di tele e cornici che l’arte ha cercato e cerca tutt’ora il suo posto. Nata come protesta tra gli anni '50 e '60 ed esplosa con l’arrivo delle bombolette spray negli anni '80, è proprio in questi anni che Street-art e moda si incontrano.

 

The Witches collection by Westwood e Haring

O meglio, a fare incontrare questi mondi sono due personalità tutt'altro che ordinarie. È durante un viaggio a New York che una giovane Vivienne Westwood conosce l’artista Keith Haring e lì fu amore creativo a prima vista. Da questa unione inaspettata, tra la pioniera del punk, proprietaria di un negozio di abbigliamento Sex al 430 di Kings Road e il ragazzino che imbrattava le metropolitane di Manhattan - finito nei musei nel 1978 e conosciuto oggi per i suoi omini colorati - che nacque Witches. Era l’inverno 1983/84, una delle collezioni più colorate della Westwood, folgorata dalla metropoli americana e dai colori del decennio del fitness interpretati con i "ghirigori" di Haring riprodotti su maglia. Una pozione esplosiva, indossata spesso dalla icona pop per eccellenza, Madonna!