
Il ritorno del panier La rigida architettura ha attraversato i secoli e sta tornando nelle collezioni contemporanee
La moda ama guardare al passato. Gira lo sguardo indietro di decenni e persino di secoli per dettare lo stile del futuro, scegliendo di volta in volta una suggestione, un mood o un capo che, decostruito, decontestualizzato e riassemblato ad hoc per finire nei nostri armadi, accanto a jeans baggy e ballerine. È successo col corsetto, che da strumento di oppressione femminile è diventato simbolo di empowerment, e sta accadendo anche al panier. Sembra che gli stilisti subiscano un fascino magnetico verso tutti quegli elementi dell’abbigliamento che contribuiscono a creare silhouettes molto distanti dalle forme naturali.
Dalla stagione 2020, i panier sono diventati un elemento costante nelle proposte dei brand. Li abbiamo visti da Loewe, Balenciaga, Monse, Dior, Louis Vuitton, Dolce&Gabbana, Richard Quinn, Christopher Kane e moltissimi altri. Anche l’ultima Milano Fashion Week, quella dedicata alla stagione autunno/inverno 2023, ha avuto i panier tra i capi protagonisti delle sfilate. Da Gucci hanno acquisito un twist punk, con la vita ultra bassa, gli anelli metallici simili a borchie e colori a contrasto che ne esaltano il profilo a cuore e le linee essenziali; mentre da Max Mara, tra maxi cappotti e completi in lana, sono diventati il punto di partenza per una riflessione sul patriarcato e percezione della femminilità del XVIII secolo.