
Tutti pazzi per Dilara Findikoglu Da Bella Hadid a Emrata, le it girl hanno una nuova stilista preferita
Dal delizioso abito a fiocchi di Róisín Pierce per Alexa Chung allo scenografico vestito blu notte firmato da Luar per Paloma Elsesser, passando per la silhouette da pin up di Harris Reed per Ashley Graham: lo scorso Met Gala non è stato solo un omaggio talora goliardico, talora commovente al lascito di Karl Lagerfeld, ma anche un trionfo di brand emergenti. Tra i tanti enfant prodige che hanno faticosamente guadagnato la scena sul tappeto rosso più atteso dalla moda, uno tra tutti ha avuto il benestare delle it girl più cool del momento. Cos’hanno in comune Bella Hadid, FKA Twigs, Iris Law, Lady Gaga e Emily Ratajkowski oltre ad uno stile ineccepibile curato a caro prezzo da uno staff di fedelissimi? Una passione per le creazioni di Dilara Findikoglu, la designer scelta da Emrata per l'afterparty del Met tra trasparenze ammiccanti, lingerie a vista e collane chilometriche in stile charleston. Creazioni che uniscono vittorianesimo e burlesque, icone religiose e femminismo punk, oggetti di recupero e un gusto circense, le sottoculture più radicate del nostro secolo confluiscono nelle creazioni di una stilista che ci dimostra come, in un mondo in cui tutto sembra già stato fatto, stupire sia ancora possibile.
Ma ormai è più che noto che un design accattivante il più delle volte non è sufficiente per restare sulla cresta dell’onda o per convertire la propria presenza mediatica in vendite. Per Findikoglu, il quid in più è un’estetica al limite tra il sacro e il profano, reminiscente dell'influenza islamica, e un’approccio al corpo e al femminismo testimone di chi ha vissuto, sulla propria pelle, le derive più estreme del patriarcato. È un messaggio che parte dalle proprie origine e si fa manifesto di una rivendicazione universale del corpo femminile, esprimendosi nella direzione creativa tramite la scelta di artisti dal gusto affine, come nel caso della campagna per la linea skimwear nel 2021 ad opera di Yorgos Lanthimos, tra spiagge alienanti e moda mare couture. Una moda impeganta che affronta anche temi sociali e politici. Ne abbiamo avuto un assaggio durante la scorsa FW, in cui le proteste in Iran per l'omicidio di Mahsa Amini hanno posto le basi per una sfilata allo stesso tempo onirica e disturbante: «Mi ha ispirato molto il modo in cui si tagliavano i capelli per strada - dice Findikoglu - Era così potente». Così ha preso i capelli e li ha trasformati in top bralette e bustier, intrecciati intorno al seno e stringere la vita del ventre. Intitolata "Not a Man's Territory", la collezione è una chiamata alle armi per le donne che hanno subito un torto, affinché rivendichino ciò che è loro di diritto: se stesse.